top of page
PAOLO PERUCH

Fierùn

fierun.PNG
About
L'AUTORE

Paolo Peruch, nato nel 1936, dopo gli anni dell'impegno nel campo della famiglia, della scuola e dell'amministrazione pubblica, è tornato ultimamente ad occuparsi di ricerca e e raccolta di reperti di Letteratura delle tradizioni popolari orali (si era laureato in questa disciplina con una tesi sui proverbi) e ha pubblicato Firùn (Editore Dario De Bastiani), La Bèla de i sète veli (Editore Campanotto), Piero Forte e Fulische (Editore Kellermann), raccolte in dialetto rustico e urbano dell'Alto Trevigiano.

My Books

Fierùn

Fulische

La bela de i sete veli

Piero-forte

e altri racconti

My Books
Press
I A' parla' DEl Me lavoro

PREMESSA

 

Il mondo popolare ha formato per lungo tempo un sistema autonomo, fissato negli oggetti della civiltà materiale o affidato alle espressioni della letteratura popolare. La cultura che ne risulta è stata spesso tacciata di superstizione o subalternità, esaltata talvolta come genuina o contestatrice, anche se in realtà essa si presenta ibrida e confusa, frutto di mescolanze e sovrapposizioni; pur debitrice della cultura "alta", egemone, essa ha conservato una oscura, sotterranea vitalità, che le ha permesso di rinnovare se stessa e di contaminare dal basso quella ufficiale. Basata sull'oralità e sul dialetto, puro flatus vocis, la letteratura popolare è difficile da analizzare, impossibile da ordinare, perché sfuggente alle categorie e alle discipline...PROSEGUI LA LETTURA

LUCIANO MORBIATO

Università di Padova

VECIO PARLAR...

Cussì, sote 'l camin squasi stusà

se 'n tosatèl vardéa

par quela finestrela cèa

che su la sera la fea 'ncora lustro

in medo ala fulisca

(ah che bel blu, che arjento,

che grìsoi de l'inverno inbarlumidi

de ciaro e neve inte la finestrela):

chi èrelo, pò, che passéa, che batéa

su quel viero, e sparìa

no so se zhotegando o se 'nte 'n bal;

èreli tuti lori, none, del vostro tènp,

cola só fan de radici la só sé

de vin pìzhol, cole só fadighe che

le ghe 'vea ingropà tuta la figura

fin squasi a canbiarghe natura?

Ma co mi, tosatèl, quant maturloni

e quant de bona vója, senpre, e boni…

E mi i vede, me par, farme 'n póch marameo,

zhignarme, ridolar, pò farme ciao…

Andrea Zanzotto

Fierùn: fiorume. Frammenti di steli, di foglie, di fiori,

ecc.; rimasugli del mucchio di fieno che, secco e fragile,

si sfa col tempo e sotto il tridente. La medicina popolare

gli attribuisce virtù curative.

Ai 'padri'

Caterina e Luigi Domenico

e a Lucia e Daniele

figli

LA RACCOLTA: AMBITO TEMPORALE E SPAZIALE

 

Il primo consistente nucleo di proverbi e modi di dire, già inserito nella tesi di laurea sostenuta col professor Gianfranco D'Aronco nel 1965, era stato raccolto, assieme a una settantina di indovinelli, ai chiapparelli e a poche altre testimonianze di letteratura popolare fissa, nei primi Anni Sessanta.

Tutti gli altri testi di quest'opera sono stati saltuariamente raggranellati dal 1965 al 2000; le fiabe, le storie e la novellistica sono state raccolte negli ultimi tre anni.

L'ambito geografico della prima ricerca sul campo comprende la parte sud-ovest del comune di Vittorio Veneto, e precisamente le frazioni di San Giacomo di Veglia, Ceneda Bassa, Carpesica e Cozzuolo, abitate allora prevalentemente da contadini e da operai di origine contadina. La successiva raccolta è stata effettuata anche in altre frazioni della città e in altri comuni sud-orientali rispetto a essa, rientranti nell'ambito dell'Antico Cenedese o più precisamente nel territorio dell'Alto Livenza, lato destro del bacino... PROSEGUI LA LETTURA

Events
capitoli
Contact
bottom of page